Dopo l'avventura di crescita del Piccolo regno Wu Ming 4 torna a visitare le terre che ama, quelle dove Storia e leggenda si uniscono in un luogo oscuro e incantato. Un luogo dove “non ci sono leggi, ma storie”.
La leggenda di Robin Hood è stata riscritta ed esaltata da cantastorie, romanzieri, cineasti. Se mai può esistere una versione verosimile è però impastata di fango, sangue e sogni; s'intreccia con la missione di un re partito per la Crociata e le trame di suo fratello il traditore, con la ribellione dei nobili e quella di chi cerca di sfuggire a una sorte miserabile. Wu Ming 4 immagina l'origine della leggenda più famosa del Medioevo e la pone al cuore del conflitto che rappresenta. Da una parte la città, il palazzo, l'autorità costituita; dall'altra la foresta, le credenze popolari, la natura vivente. I destini di un cavaliere scaltro, capace di muoversi nei meandri del potere, si incrociano con quelli dei banditi incappucciati: poco più che bambini, uniti in una piccola comunità di sopravvissuti che traggono dai misteri della foresta di Sherwood il loro sostentamento e le loro fantasie. Ci sono troll, fate e folletti. C'è un cervo candido dalle corna d'argento che incarna lo spirito della foresta. E quando il mondo del cavaliere e quello dei giovani reietti s'incontrano può nascerne solo qualcosa di grande e terribile.