Libro presentato da Giuseppe Lupo nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2024.
Ludmilla e il corvo è un romanzo fiabesco, avvincente e caparbiamente inverosimile, una festa della finzione che celebra il potere immaginifico della letteratura.
Uno studioso islandese siede all’ombra di una veranda affacciata sui vitigni di Coimbra. Tiene la mano poggiata su un plico di fogli ingialliti, che si credeva esistesse soltanto nelle fantasie più spericolate dei critici letterari di mezzo mondo. Se fosse ciò che sembra, vi si troverebbe raccontato il lungo viaggio di una bambola braccata da elusivi figuri che la tengono lontana dall’amore della sua vita, un corvo. Alla ricerca di quelle pagine fantasma – inseguite invano fra tendoni da circo, casseforti inviolabili e traduzioni approssimative – si sono lanciati per decenni cacciatori di manoscritti e fanatici pronti a tutto. Si vocifera possa essere il leggendario romanzo che Franz Kafka avrebbe scritto per consolare una bambina in lacrime, incontrata durante una passeggiata al parco nel settembre del 1923. Gennaro Serio prende spunto da questo episodio reale della vita del grande scrittore praghese e, con una prosa iridescente e un’inventiva densa di umorismo, lo trasforma in un implacabile gioco narrativo.
Proposto da Giuseppe Lupo al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione:
«È sempre più raro imbattersi in un romanzo che ha le sue radici nell’invenzione anziché nel resoconto della realtà, pubblica o privata che sia. “Ludmilla e il corvo” è una di queste graditissime eccezioni. Tutto comincia da un aneddoto: una bimba piange perché ha smarrito una bambola e Franz Kafka, per consolarla, inventa la storia di una serie di lettere che la bambola ha scritto per lei. È l'inizio di una funambolica avventura sulle tracce di un testo uscito dalla penna del grande scrittore praghese, un libro apocrifo, presunto, forse mai esistito, strenuamente inseguito da uno studioso islandese innamorato del Portogallo. Il romanzo di Gennaro Serio vive di questa immaginazione, è un inno alla scrittura che restituisce alla pagina la trasparenza di una luce vivida e visionaria, la nutre di echi letterari, suggestioni d’infanzia, indagini sul vero e sul falso, due facce della stessa medaglia che danno valore all’esistenza.»