«Ilan Pappé, che conduce una battaglia radicale contro l’establishment politico e accademico di Israele, è forse il più anticonformista degli israeliani». - Mario Vargas Llosa
«Ilan Pappé è il più coraggioso, più onesto, più incisivo degli storici israeliani». - John Pilger
«Insieme all’ultimo Said, Ilan Pappé è il più eloquente narratore della storia palestinese». - New Statesman
«Un importantissimo contributo a una discussione che dovrà continuare. Non c’è speranza di una pace duratura in Medio Oriente finché i fantasmi del 1948 continuano a camminare». - The Independent
Nel 1948 nacque lo Stato d'Israele. Ma nel 1948 ebbe luogo anche la Nakba ('catastrofe'), ovvero la cacciata di circa 250.000 palestinesi dalla loro terra. La vulgata israeliana ha sempre narrato che in quell'anno, allo scadere del Mandato britannico in Palestina, le Nazioni Unite avevano proposto di dividere la regione in due Stati: il movimento sionista era d'accordo, ma il mondo arabo si oppose; per questo, entrò in guerra con Israele e convinse i palestinesi ad abbandonare i territori - nonostante gli appelli dei leader ebrei a rimanere - pur di facilitare l'ingresso delle truppe arabe. La tragedia dei rifugiati palestinesi, di conseguenza, non sarebbe direttamente imputabile a Israele. Ilan Pappe, ricercatore appartenente alla corrente dei New Historians israeliani, ha studiato a lungo la documentazione (compresi gli archivi militari desecretati nel 1998) esistente su questo punto cruciale della storia del suo paese, giungendo a una visione chiara di quanto era accaduto nel '48 drammaticamente in contrasto con la versione tramandata dalla storiografia ufficiale: già negli anni Trenta, la leadership del futuro Stato d'Israele (in particolare sotto la dirczione del padre del sionismo, David Ben Gurion) aveva ideato e programmato in modo sistematico un piano di pulizia etnica della Palestina.