In una vita, il Novecento e l’invenzione del mondo nuovo. A cinque anni dalla sua scomparsa, la storia di Inge
Feltrinelli.
Le leggi razziali, i viaggi, la fotografia.
«Ingemaus è un romanzo di formazione che certo spiega la vicenda successiva, indagando i primi trent'anni di una donna che ha intrecciato costantemente fortuna e tragedia senza mai lasciarsi sopraffare dalle avversità. E il filo della sua esistenza è proprio in questa rinascita continua, non una ma mille Inge, ciascuna capace di superare il male con una determinazione esemplare.» - Simonetta Fiori, la Repubblica
«Alle fine di questo Ingemaus, dove si raccontano i primi ventinove anni di Inge Schönthal Feltrinelli, anche chi pensava di conoscerla, si trova a chiedersi chi fosse davvero questa donna.» - Caterina Soffici, La Stampa
“Inge per tutta la sua vita si è tormentata attorno a una domanda che in molti ci poniamo, forse senza mai azzardare una risposta definitiva. Esiste davvero il caso o la nostra esistenza è semplicemente costellata da normalissimi eventi di cui basta coglierne il senso? Quale che sia la risposta, l’incontro con la fotografa Rosemarie Pierer è sicuramente un evento che le cambia la vita.
In uno dei tanti pomeriggi a casa Meyerhoff, Rosemarie si era avvicinata a Inge e le aveva chiesto se fosse interessata a farle da assistente nello studio fotografico che nel frattempo aveva spostato ad Amburgo. Göttingen era ai margini del mondo e Berlino dopo il secondo conflitto mondiale non era più la capitale tedesca dei media, Amburgo l’aveva spodestata. Era lì che si stavano insediando nuovi quotidiani, settimanali, riviste, agenzie di stampa e di pubblicità.
‘Fotografia?’ aveva detto Inge.
Fino a quel momento non aveva mai pensato alla fotografia, né tantomeno a un lavoro in quell’ambito. Ma quella proposta caduta dal cielo aveva il sapore dell’opportunità. Un po’ di soldi, una città in fermento, persone interessanti da conoscere.
‘Fotografia?’ aveva ripetuto Inge. ‘Perché no!’”