Un nuovo inedito, uscito in Giappone nel 1968, nel solco del romanzo filosofico francese, dove Mishima conferma la sua poliedrica capacità di scrittura in un romanzo epistolare, dove la noia è bandita e tutti possono essere buoni e maligni, alleati e traditori, vincitori e sconfitti.
Mishima Yukio sale in cattedra per dare consigli di scrittura, ma è solo un’espediente per farci gustare la storia di due coppie, una di adulti (o di non più giovani, come a loro piace sottolineare) e una di giovani destinati a innamorarsi. Ma l’amore segue vie complesse, e le pulsioni dei quattro si intrecceranno in un garbuglio reso ancora più intricato dal fatto che se è vero che la bellezza sfiorisce con l’età, è vero anche che l’orgoglio ha un andamento opposto, e nutre il gusto della macchinazione. In quello che appare come una rivisitazione giocosa delle Relazioni pericolose, con il guizzo dell’intuizione Mishima aggiunge una quinta figura, quella del giullare che scompiglia le carte, rigorosamente sopra le righe, incapace per natura a seguire i dettami della norma. Sarà il suo comportamento imprevedibile ma in realtà più assennato di chiunque altro a riportare ordine e pace in un gruppo che però (ci suggerisce l’autore) era forse più attraente quando ancora si lasciava lacerare dalle sue passioni. Il romanzo che in Giappone ha avviato la riscoperta delle straordinarie qualità di intrattenitore di Mishima Yukio, riavvicinandolo sia al grande pubblico che a quello di nicchia, accomunati entrambi dalla felice conferma di qualcosa che già si sospettava da tempo: che di Mishima si è ancora ben lontani dall’aver detto tutto.