L'educazione sociale, sentimentale e sessuale di una donna dalla provincia francese degli anni Quaranta alla temperie di liberazione degli anni Settanta.
«La frequenza dei verbi all'infinito dà il senso della vita che scorre, e l'autobiografia si fa strumento, sguardo proprio ma universale che si alza sulla storia e sul mondo di tutte» - Donatella Di Pietrantonio, Robinson
«Ernaux passa attraverso il corpo, i desideri, la sessualità. la carne per raccontare una condizione che non può essere ridotta a un'unica dimensione, tantomeno a quella puramente autobiografica, anche se il percorso ha tutte le caratteristiche di una dolorosa presa di coscienza, inevitabile, liberatoria. In gioco, più che la felicità a cui la scrittrice sembra non dare troppo peso, c'è l'integralità della persona, il suo riconoscersi in sé stessa.» - Cristina Taglietti, la Lettura
«Sempre attenta ai bisogni degli altri. Come se per una donna non ci fosse nulla, proprio nulla, di più importante»
Le scoperte e i tabù dell'infanzia, gli ardori e i conformismi dell'adolescenza, gli anni trepidi e indipendenti dell'università, ingolfati di amori e di scelte, finché i mille bivi della giovinezza non convergono in un'unica via dalla forza di attrazione quasi irresistibile: il matrimonio, la fondazione di una famiglia. E qui lo squilibrio di ruoli e mansioni tra moglie e marito, tra madre e padre condanna l'autrice alla glaciazione dell'interiorità e del desiderio. In un continuo contrappunto tra le proprie esperienze e i modelli imposti dall'onnipresente universo maschile – nel sussidiario delle elementari come nei riti collettivi della gioventù e nei luoghi comuni sulla «femminilità» –, Annie Ernaux descrive con precisa passione l'apprendistato alla disparità di una donna, consegnandoci con spietata limpidezza un'impareggiabile radiografia della moderna vita di coppia.