A Roger Brown non manca nulla. Ha un lavoro rispettabile come cacciatore di teste per le grandi multinazionali e un hobby segreto, i furti d'arte, grazie ai quali foraggia lo spropositato stile di vita che conduce. E non appena gli viene presentato Clas Greve, proprietario di un meraviglioso Peter Paul Rubens, un dipinto andato disperso durante la Seconda guerra mondiale, comincia immediatamente ad accarezzare l'idea del colpo. Ma niente in questa storia va mai come previsto. E nell'appartamento di Greve, Roger Brown trova sì il prezioso Rubens, ma anche qualcosa che non cercava affatto. E ben presto appare evidente che lo scaltro cacciatore di teste altro non è che una povera preda...
La recensione di VENPRED
Roger Brown era alto un metro e sessantotto. Un dato solo apparentemente banale perché in realtà la bassa statura è un propulsore di successo fortissimo. Stando alle statistiche infatti molte delle scoperte più sensazionali sono avvenute ad opera di persone affette da deficit fisici, bassezza compresa. Gli uomini alti ispirano fiducia, danno sicurezza, dominano il mondo, quelli bassi invece sono relegati ai piani più infidi e devono lottare strenuamente per ottenere ciò che vogliono. Così, contrariamente alle leggi di natura, Roger era diventato un abile cacciatore di teste per le più grandi multinazionali, il migliore sulla piazza. Analitico, spietato, professionale, i suoi interrogatori si svolgevano secondo la tecnica in nove fasi dell’Fbi. Il suo candidato ideale era colui che, sottoposto a questo tipo di colloquio serrato e manipolatorio, non si lasciava demolire, tutti quelli che non superavano l’esame venivano immediatamente esclusi dal posto per cui si erano candidati. I vernissage organizzati da sua moglie Diana erano sempre delle grandi occasioni per testare eventuali candidati. Appassionata d’arte, bella, raffinata e intelligente, Diana sembrava completamente cieca di fronte alla sua meschinità e al suo egoismo. Roger non riusciva a capacitarsi di come avesse potuto sposarlo, la amava ma le aveva sempre negato il figlio che voleva; in cambio le aveva offerto una vita lussuosa, una villa di enormi dimensioni e una galleria. Quella sera era stata proprio lei a indicargli Clas Greve. Ex-amministratore delegato della Hote, società produttrice di Gps, Greve sembrava proprio fare al caso suo. Deciso a seguire il consiglio di sua moglie, Roger si era avvicinato a Clas e gli aveva parlato della Pathfinder, uno dei clienti più importanti della sua agenzia: società concorrente delle Hote, la Pathfinder, stava attualmente cercando un capo, e Clas sembrava proprio l’uomo giusto al momento giusto. Di fronte a una proposta così succulenta però Clas si era dimostrato del tutto indifferente. Roger iniziava davvero a credere che fosse il candidato ideale, ma non solo, perché Clas era anche un collezionista d’arte e dunque un’ottima preda per il suohobby preferito: i furti d’autore. Roger si sentiva baciato dal destino, aveva appena scoperto che Clas Greve era il proprietario di uno dei dieci dipinti più famosi e quotati al mondo: La caccia al cinghiale caledonio di Peter Paul Rubens. Ma si trattava davvero di una casualità? Il suo sesto senso aveva cercato di metterlo in guardia, ma ormai era troppo tardi, Greve lo aveva conquistato. Entrare nel suo appartamento, trafugare il Rubens e sostituirlo con una riproduzione era diventato il suo unico pensiero: se fosse riuscito nel colpo, la sua vita sarebbe cambiata totalmente. Tuttavia, qualcosa di assolutamente inaspettato lo attendeva a casa di Greve… Per la prima volta l’infallibile intuito dell’headhunter si era lasciato fregare, il suo avversario sembrava aver vinto. Roger Brown, un uomo freddo, crudele, disposto a tutto pur di perseguire i propri interessi; Clas Greve, il suo alter ego, altrettanto spietato, glaciale e meschino. Una sfida all’ultimo sangue, che sembra giocarsi a suon di opere d’arte e che invece ruota tutta attorno all’unico bene non acquistabile: l’amore di una donna. Come finirà? Il ritmo serrato, la suspense e il senso di apprensione che Il cacciatore di teste provoca in chi legge sono racchiusi tutti in questa sfida, che tiene il lettore incollato al libro fino all’ultima riga e lo lascia nel dubbio su chi sia davvero il predatore e chi la preda. Grazie al felice connubio fra il thriller, l’andamento da caper movie e una velata satira sociale, Il cacciatore di teste ha dunque tutte le carte in regola per replicare il successo dei precedenti libri dell’autore.