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Il grande Gatsby

Libri vari / Narrativa straniera

Autore: Francis Scott Fitzgerald

Editore: Bompiani

Collana: Classici contemporanei Bompiani

Anno: 2019

EAN/ISBN: 9788845298189

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Scritto in modo magistrale con la tecnica dello scorcio perfezionata da Henry James, Il grande Gatsby, ambientato a New York e a Long Island nell'estate del 1922, racconta – con la voce di uno dei personaggi, Nick Carraway – l'età del jazz, le sue contraddizioni e la sua tragicità narrando pagina dopo pagina la disintegrazione del mito americano e la strenua difesa di un abbacinante sfavillio di facciata.

«Il primo passo in avanti fatto dalla narrativa americana dopo Henry James»T.S. Eliot

Erano persone sconsiderate, Tom e Daisy: distruggevano cose ed esseri umani e poi si ritraevano nel loro denaro e nella vastità della loro sconsideratezza, o qualunque cosa fosse a tenerli insieme, e lasciavano che fossero altri a sistemare il disastro che avevano provocato...

Nick vive accanto alla sfarzosa villa di Jay Gatsby, personaggio eccentrico e misterioso che organizza feste sfrenate frequentate dall'alta società, ed è tormentato da un pensiero fisso: riconquistare Daisy, la donna di cui è innamorato da sempre, sposata con Tom Buchanan, famoso giocatore di polo. La relazione clandestina in cui Gatsby riesce a coinvolgerla trascinerà entrambi verso un epilogo tragico. Sorta di autobiografia spirituale di Fitzgerald che, accantonati alcolismo e vita da playboy, voleva capire i motivi del suo stesso inabissamento, ha avuto vari adattamenti cinematografici, tra cui la versione del 1974 diretta da Francis Ford Coppola con Robert Redford e Mia Farrow e l'ultima, nel 2013, protagonista Leonardo di Caprio, premiata con due Oscar.


Francis Scott Fitzgerald

1896, Saint Paul (Minnesota)

Scrittore statunitense.
Nel microcosmo familiare è l’origine della sua insicurezza e del suo conseguente, precoce sogno di successo: il padre era un gentiluomo del Sud, di scarsa fortuna economica; la madre, di ascendenza irlandese e cattolica, era figlia di un ricco commerciante.
Grazie al nonno materno, F. studiò alla Newman School, nel New Jersey, e poi a Princeton, dove strinse durevole amicizia con Edmund Wilson, la sua «coscienza intellettuale».
Nel 1918, lasciati gli studi per arruolarsi nell’esercito, incontrò a Montgomery, in Alabama, Zelda Sayre – modello di tutte le «ragazze dorate» dei suoi racconti – che sposò appena ebbe raggiunte, con i primi straordinari successi letterari, la fama e la ricchezza.
Fu l’inizio della leggenda vissuta da F. e Zelda (cui presto si aggiunse «Scottie», la figlia nata nel 1921) tra Europa e America, tra la Parigi degli espatriati americani – Hemingway, Gertrude Stein, Dos Passos – e la New York dell’«età del jazz»: una sorta di perenne, illusoria festa durata fino ai primi sinistri annunci del crollo: la disastrosa crisi economica del 1929, le difficoltà finanziarie ed emotive di F., i sintomi della malattia mentale di Zelda, costretta dal 1929 a ricoveri sempre più frequenti (e destinata a morire, nel 1948, nell’incendio della clinica dove viveva).
Dimenticato, invecchiato, alcoolizzato, quasi il fantasma di sé stesso, F. tentò disperatamente nei suoi ultimi anni, a Hollywood come sceneggiatore, di ricuperare la felicità creativa della giovinezza; la morte lo colse al lavoro.
Di qua dal paradiso (This side of paradise, 1920), il primo romanzo di F. – tra autobiografia, documento e favola –, fu lo specchio in cui si riconobbe «una generazione» che aveva trovato «tutti gli dei morti, le guerre combattute, le possibilità di fede nell’uomo sconvolte». Belli e dannati (The beautiful and damned, 1922), ritratto di una coppia inquieta, è uno studio del sogno e del disincanto.
Il grande Gatsby (The great Gatsby
, 1925), uno dei classici della letteratura americana, fu la rivelazione di un ingegno ormai maturo, capace di analizzare emozioni e motivazioni delle classi agiate e di indicarne l’implicita distruttività. La forza del romanzo è nella sua lucidità formale di narrazione «indiretta», che, secondo la lezione di James e di Conrad, affida a un «testimone» il compito di evocare il magico e drammatico percorso del mito americano.
In Tenera è la notte (Tender is the night, 1934) i grandi temi di F. – la felicità e lo spreco, il fascino e il denaro – trovano nuova enunciazione in un linguaggio fastoso e spettrale, in una tormentata struttura «aperta».
Nell’incompiuto Gli ultimi fuochi (The last tycoon, pubblicato nel 1941), oggetto, come Il grande Gatsby, di una versione cinematografica, l’analisi della sconfitta di un uomo di genio ha la suggestione di un testamento.
Tra le raccolte di racconti, in cui F. riprese temi e motivi dei romanzi, sono Storie dell’età del jazz (Tales of the jazz age, 1922) e La sveglia (Taps at reveille, 1935). L’età del jazz (The crack up, 1945) è una scelta postuma di saggi che comprende i tre drammatici documenti della crisi di F. scritti nel 1936 per «Esquire». Considerato soprattutto l’interprete dei «ruggenti anni Venti», F. è rimasto a lungo prigioniero della sua stessa leggenda di personaggio, più che di creatore.
In realtà ha scritto alcune tra le pagine più tese e perfette della prosa americana, caratterizzate da una raffinata economia compositiva, nel cui contesto ogni particolare, ogni immagine, ogni oggetto acquistano forza di simboli; e ha avuto, come nessun altro romanziere prima di lui, la capacità di rendere in termini poetici, con grande ricchezza di sfumature, il senso dell’esperienza americana, cogliendone l’oscura dimensione romantica.
Da: Enciclopedia della letteratura, Garzanti 2007

  • Formato
    216 p., Brossura
  • EAN
    9788845298189
  • prezzo
    10.45€

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