Come si è trasformato e come è destinato a mutare ancora il ruolo del presidente della Repubblica? Quali cambiamenti hanno provocato le crisi istituzionali e le emergenze di questi anni? Da un testimone di oltre un trentennio di vicende e intrighi sul Colle, un'avvincente storia del paese attraverso delle figure chiave per la vita della nostra democrazia, dal «picconatore» Cossiga a Sergio Mattarella.
«Siamo allo svuotamento della politica, alla rottura di un equilibrio storico. E non soltanto per lo spettacolo di provocazioni, trasformismi e sabotaggi che hanno rafforzato nella comunità nazionale l'idea di essere dominati da poteri tribali. Alla fine ne esce lesionato il prestigio delle istituzioni. Tutte. Arrivando a lambire perfino il Quirinale.»
Accorti equilibristi o benevoli arbitri, discreti notai o decisi interventisti. Sono molti e svariati gli «stili di regia» che i presidenti hanno voluto o dovuto adottare nel corso degli ultimi decenni, stretti da più parti, tra fronti esterni e interni, ed emergenze di varia natura. Ciascuno a suo modo, si sono trovati ad affrontare la Grande Crisi italiana – istituzionale, economica, sanitaria, strutturale – e gli importanti cambiamenti che hanno coinvolto tanto la piazza quanto il Palazzo. È questo il filo conduttore con cui Marzio Breda, da oltre trent'anni acuto indagatore delle dinamiche della politica italiana, racconta e analizza le complesse trasformazioni che hanno caratterizzato il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, fino a una Terza che stenta ancora a nascere, in assenza di soggetti che si facciano carico di una vasta e seria riforma costituzionale. Attraverso la ricostruzione delle ultime cinque presidenze della Repubblica, l'autore fa rivivere i momenti salienti della vita privata e pubblica degli inquilini del Colle, le battaglie che hanno combattuto e le violente polemiche che ne hanno contrassegnato l'esperienza alla guida del paese. Da Cossiga a Scalfaro, da Ciampi a Napolitano, fino a Mattarella, sfilano sotto i nostri occhi figure spesso sotto assedio, «capi senza Stato» che hanno dovuto confrontarsi con il conflitto tra un vecchio mondo arroccato e i fermenti populisti di uno nuovo. Ognuno di loro ha provato – ciascuno secondo la propria formazione, sensibilità e identità politica, cultura e temperamento – a rispondere alla crisi del modello della democrazia rappresentativa e al tramonto dei partiti che ne hanno animato la scena. Uno spaccato di storia del paese capace di illuminare la solitudine del potere e le contraddizioni mai sciolte dell'Italia e delle sue istituzioni.