The Passenger vola per la prima volta negli Stati Uniti per occuparsi di uno stato eccezionale, sotto assedio. I principali media americani, perlopiù espressione di New York e Washington, ci hanno preso gusto a celebrarne il funerale e si sente spesso parlare di «fine della California per come la conosciamo», ma molti abitanti della West Coast non ci stanno e difendono quello che ritengono ancora uno stato modello: progressista, libertario e all'avanguardia. Viverci è diventato un privilegio e molti, ulteriormente incentivati dalla prospettiva del lavoro a distanza, nonostante un'economia in boom, bussano alle porte degli stati confinanti. Per chi non è bianco, invece, non c'è nulla di nuovo – che fosse in un quartiere multiculturale (sempre più raro) di Los Angeles, teatro di storiche rivolte nere, o nella Central Valley dove si coltiva buona parte del cibo per le cucine degli americani – la vita è sempre stata in salita, perfino per le comunità apparentemente più integrate, come quella asiatica. Queste terre, del resto, sono state colonizzate con il sangue della popolazione indigena e solo oggi, a più di un secolo e mezzo di distanza dai massacri, c'è un vero movimento di restituzione agli eredi dei legittimi proprietari. Tra le terre conquistate con la violenza c'è anche un parco nazionale che ogni americano associa a un ideale di natura incontaminata, a un'oasi di boschi, laghi e cime innevate nella terra del surf: Yosemite, una delle tante Californie che visiteremo in questo numero.