Gli investigatori più popolari dei "gialli" Sellerio e il Capodanno. La sfida, o la scommessa è quella di provare la personalità dei protagonisti: quanto sono capaci, per così dire, di una vita autonoma in cui la realtà della loro esistenza non sia solo lo sfondo delle imprese criminologiche. I racconti di questa raccolta hanno per protagonisti alcuni degli investigatori più popolari dei "gialli" Sellerio, e precisamente: Salvo Montalbano da Vigàta, il commissario di Andrea Camilleri; il pensionato Amedeo Consonni, il dilettante del crimine che agisce nella Casa di Ringhiera immaginata da Francesco Recami; Rocco Schiavone, poliziotto tormentato dei noir di Antonio Manzini; Kati Hirschel, libraia turco-tedesca che ne combina di tutti i colori qui e là per la fascinosa Istanbul, venuta dalla penna della scrittrice turca Esmahan Aykol; l'elettrotecnico Enzo Baiamonte che risolve delitti di quartiere nella Palermo di Gian Mauro Costa; Massimo il Barrista del BarLume, investigatore dalla linguaccia pronta del toscano (e si vede) Marco Malvaldi. Eroi che in questo volume animano con le loro storie una specie di officina di scrittura.
Come resistere a questo libro? Impossibile! Salvo Montalbano e Mimì Augello, Amedeo Consonni con la signorina Mattei-Ferri e gli altri condomini della casa di ringhiera, il barrista Viviani Massimo, Enzo Baiamonte, Rocco Schiavone e anche - dall'estero - la libraia Kati Hirschel... tutti alle prese con il Capodanno. Per chi ama il genere giallo questo libro è come un cabaret di pasticcini per i più golosi. Una raccolta invitante e, siccome un racconto tira l'altro, è davvero difficile smettere di gustarli. Bella l'idea di Sellerio di proseguire nell'esperimento "a tema" iniziato l'anno scorso con il Natale: chiedere ai propri autori di raccontare come immaginano il Capodanno dei proprio personaggi. Il successo di Un Natale in giallo si sta già ripetendo con questa nuova festività! Aperta la bella copertina (con una elaborazione grafica di un manifesto pubblicitario degli anni '20 firmato da Filiberto Mateldi, storico illustratore della mitica Scala D'oro Utet), approdiamo subito a Vigàta. Montalbano è alla prese con un caso particolare: la giovanissima figlia di un conoscente si è fidanzata con un delinquente e ora è nei guai. Augello, nel frattempo, compie un atto eroico straordinario, ma l'attenzione del commissario è puntata sulla cena di Capodanno. Livia non può raggiungerlo. Tutti sanno che sarà da solo e quindi arrivano inviti da ogni parte: Catarella, Fazio, il Questore... Salvo però ne aspetta solo uno, quello di Adelina per gustare i suoi mitici arancini. Andrea Camilleri permetterà al nostro eroe di coronare questo sogno? Gira la pagina e troverai: la Casa di Ringhiera. Come sempre regna il caos in quel cortile. Come sempre la commedia degli equivoci prende il via. Il tranquillo capodanno casalingo programmato dall'Amedeo con la professoressa Angela si trasforma inaspettatamente in una corsa all'ospedale. Chi l'ha colpito proprio mentre Angela si era allontanata per qualche minuto? E cosa l'ha colpito facendolo svenire? E quel sangue da dove proviene? Ma l'ambulanza - chiamata da chi esattamente? e quante volte? - dovrà caricare anche altri condomini in un crescendo di incredibili e divertenti combinazioni. Francesco Recami, come sempre, non lascerà nessuno dei suoi personaggi senza una risposta (e una soluzione) e nella sua Casa di Ringhiera tornerà anche a Capodanno quella pace apparente sopra la cenere mai spenta. Più tetro, ma altrettanto complesso, il Capodanno del vicequestore Rocco Schiavone. La sua personale crisi professionale legata al trasferimento punitivo che dovrà subire, si accavalla all'indagine tragica legata alla morte di un clochard. Antonio Manzini come sempre non fa sconti. Il dramma è dramma anche a Capodanno. Nella vita vera difficilmente finisce tutto bene. Facciamo un profondo sospiro, giriamo ancora una volta pagina e approdiamo in quella città incredibile che divide l'Europa dall'Asia che è Istanbul. Anche la libraia tedesca Kati Hirschel, che qui ha trovato la sua dimensione perfetta, festeggia il Capodanno, anzi... lo festeggerebbe in sordina - lasciando i suoi due impiegati Fofo e Pelin ai loro divertimenti -, con l'amica Lale girovagando per la città, se Lale non fosse scomparsa! Come avrà scelto Esmahan Aykol di far terminare la notte di Capodanno ai suoi personaggi? E quale sarà la sorte di Lale? Anche per Enzo Baiamonte questo Capodanno non seguirà esattamente lo schema previsto. L'elettrotecnico-investigatore non ha infatti alcuna intenzione di festeggiare il Capodanno, "abituato a una lunga astinenza, con punte di idiosincrasia, da tutti i riti chiassosi che l'umanità riteneva obbligatori". E invece si trova con fidanzata e il "cognato" poliziotto in un locale sulle colline di Baida con altri poliziotti, commercianti, impiegati... "tutti coloro che avevano prenotato, a prezzo di favore, 30 euro cena inclusa, un posto al veglione". Compresa una bella donna che pare molto interessata a lui... ma quale sarà la ragione? Gian Mauro Costa permetterà al suo personaggio, così sensibile al fascino femminile, di vivere un'avventura galante, o lo metterà di fronte a vecchie responsabilità e nuovi, sgradevoli, impegni? Cosa ci fa un gruppo di frati ubriachi a piedi scalzi in una stazione di polizia? E perché stanno cantando in coro Maremma amara? Semplice: i frati non sono frati ma i componenti della Loggia del Cinghiale reduci dai festeggiamenti per il Capodanno... Ma perché si parla di Capodanno se siamo al 25 marzo? Interrogato dal commissario Valente, Viviani Massimo, nato a Pisa e di professione barrista, spiega come questa strana situazione abbia le sue origini proprio il giorno di Capodanno del 2011 (quello vero), sia dovuta alla profezia dei Maya e trovi la sua ragion d'essere in un giuramento e nelle tradizioni locali: il Capodanno pisano. Che poi dal matroneo del battistero di San Giovanni sia precipitata una donna proprio durante i festeggiamenti e i nostri frati siano testimoni e sospettati è un fatto che crudelmente Marco Malvaldi ha voluto inserire per complicare la vita ai "soci cinghiali"...