In Averno (2006), raccolta ormai ritenuta un classico, Louise Glück, «esplora concetti come "mente" e "anima" da un punto di vista originale, spesso amarognolo; si propone di esaminare la "frattura nell'anima umana / che non è stata fatta per appartenere / tutta alla vita", e si chiede come un'anima che sopravvive all'esistenza corporea può trovare appagamento, sapendo che le innumerevoli gioie della vita — "le bacche rosse del sorbo selvatico", "le migrazioni notturne degli uccelli" — saranno svanite per sempre« (New York Times Book Review). Averno è la seconda raccolta di Louise Glück edita in Italia (dopo L'iris selvatico, 2003, tradotto anche da Massimo Bacigalupo).